La Baia dei Corsari

blog personale

I libri sul mio scaffale : Caverna nel tempo di Rex Gordon.

Rex Gordon Caverna nel tempo Urania 383

Per puro caso alcuni giorni fa mi sono ritrovato tra le mani uno dei primi romanzi di Science-Fiction da me letti.

Era il lontano 1980, avevo da poco iniziato a leggere Fantascienza , compravo la mitica rivista Urania in edicola.
Ricordo ancora il primo romanzo che lessi, era un capitolo della nota saga cinematografica di Guerre Stellari, “Han Solo Guerriero Stellare” , qualcosa a dire il vero di molto nazional-popolare usando un termine che si usava molto a quei tempi.

Volendo leggere di più, in una rivendita di fumetti usati ,comprai alcuni romanzi, sette o otto non ricordo bene e tra questo il primo su cui cadde la mia attenzione era un vecchio “Romanzo di Urania” del 1965.
Restai attratto non solo per la vetustità della rivista.

La cover era leggermente retrò rispetto a quelle degli Urania degli anni ’80, ma colpiva all’occhio la bellissima copertina di Karel Thole che mostrava un deforme umanoide dal collo allungato che con un masso minacciava un povero astronauta con addosso una tuta color porpora.


Urania all’epoca, aveva un doppio valore uno artistico letterario e uno pittorico.

Le sue fantastiche copertine erano una specie di stampa a tiratura limitata di un grande artista contemporaneo.
Comunque trovai il romanzo affascinante e per la prima volta in vita mia appresi l’esistenza di un nuovo vocabolo scientifico : “ Sincrotrone”.
Il Sincrotrone e definizione di Wikipedia :

… un tipo di accelleratore di particelle circolare e ciclico , in cui il campo magnetico è il campo elettrico variabile sono sincronizzati con il fascio delle particelle stesse…) .

Fu amore a prima vista per me fin da ragazzo, la fisica era una specie di sogno proibito, da piccolo dicevo sempre che da grande volevo fare il Fisico Nucleare e molto probabilmente se non avessi interrotto troppo presto gli studi, di sicuro sarei stato un ottimo Fisico Nucleare.

Non nego di aver avuto la tentazione di lasciare il luogo in cui lavoravo a quei tempi, un deposito di vernici per ritornare agli studi interrotti.
Insomma una specie di rimpianto senza seguito purtroppo.

Ma devo anche sottolineare che forse c’è sempre un disegno nella nostra vita, io ad esempio, ho la fissazione della “forza di Gravità”.

Se fossi diventato un fisico, avrei cercato sicuramente di scoprirne il funzionamento, per poi manipolarla.
Oggi con la saggezza di un anziano penso che si certo , sarebbe bello manipolare la gravità e aprire così definitivamente l’esplorazione spaziale, perchè lasciate perdere quel che si dice in giro, la gravità è il nostro vero unico ostacolo alla conquista dello spazio.
D’altronde con la maturità, so anche bene che controllare la gravità sarebbe l’arma più letale in possesso dell’umanità, altro che Bombe Atomiche.
Ma lasciamo perdere queste riflessioni personali e torniamo al Romanzo.
“Caverna nel Tempo” è un romanzo del 1961 scritto da Rex Gordon alias Stanley Bennet Hough (1917 – 1/2/1998), uno scrittore britannico di fantascienza di cui ho letto anche “I mondi di Eklos” dello stesso anno e che gia aveva scritto precedentemente alcuni romanzi come Utopia 239 (1954) e Prigioniero del silenzio (1956).

“Caverna nel tempo” (The Time Factor, orig.) del 1964 ha il vago sapore di un opera un pò militaresca, somiglia un po’ come ambientazione iniziale, alla serie TV Stargate, solo che il varco aperto dal sincrotrone non porta ad altri mondi ma porta avanti nel tempo,in un nostro ipotetico futuro.

Compito del protagonista è infatti, trovare l’origine della catastrofe, che ha colpito e generato questo futuro e impedirla.

Inuitile dire che ci troviamo in piena “Guerra Fredda”, quindi anche se non ve lo dico potete immaginare quale sia il problema di origine.

Comunque un romanzo di Fiction vecchia maniera almeno secondo i canoni della nostra epoca , ma se lo trovate in qualche bancarella di libri usati vale la pena di leggere.

Inoltre il romanzo è facilmente reperibile con pochi euro nel web anche in edizione originale.

L’immagine del mio blog e di EthanL64 .

E’ Stata creata con l’intelligenza artificiale sul sito di immagini Nightcafe, sotto il link:

https://creator.nightcafe.studio/creation/noPHtOWNOBUUDzIITNXw

Qui altri link per chi vuole approfondire delle pagine di Wikipedia che riguardano il “sincrotrone” :

https://it.wikipedia.org/wiki/Sincrotrone

Rex Gordon :

https://it.wikipedia.org/wiki/Rex_Gordon

Altri dati su Rex Gordon :

In lingua Inglese da : Enciclopedia della Science Fiction :

https://sf-encyclopedia.com/entry/gordon_rex

In Italiano dal Catalogo Vegetti della Letteratura Fantastica :

https://www.fantascienza.com/catalogo/opere/NILF1034957/caverna-nel-tempo/

Infine per chi voglia consultare le copertine dell’originale Urania il n°383 questo sito, che però vi avverto il mio Mozilla non apre perchè non https.

http://www.mondourania.com/urania/u381-400/urania383.htm

Una piccola nota, se aprite la pagina del Catalogo Vegetti ci sono le miniature sia dell’originale che della ristampa, la prima in colore prevalente verde la seconda in rosso. Trovo che la prima sia il miglior risultato e non posso fare a meno di notare come l’intelligenza AI non sia minimamente all’altezza di Karel Thole.

Visioni Oniriche : La Torre del Purgatorio

La Torre del Purgatorio.

Questa immagine creata con la AI racconta un mio vecchio sogno o incubo, scegliete voi.

” Nera t’acceca non solo il veder,
ma l’anima mia che inquieta ribolle
tra le spumose valli d’ anima del mar…”

Traduzione in inglese con google translate :

The Tower of Purgatory.

Black blinds you not only to see,
but my restless soul boils
among the foamy soul valleys of the sea.

In lingua spagnola :

La Torre del Purgatorio.

El negro te ciega no sólo para ver,
pero mi alma inquieta hierve
entre los espumosos valles del alma del mar.

Passeggiando per la città

UIn vecchio scritto che voglio riproporre anche percvhè in questi anni la cvittà è cambiata molto in meglio e in peggio come sua ancestrale natura.

#BallandoConLeStelle #RTL1025AnnalisaLive Show #BuonaDomenica #gasperini

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Passeggiando per la città

Capita alle volte, un po’ perché non si ha niente di meglio da fare, un po’ per sgranchirsi le gambe, di voler fare una passeggiata nel centro della propria città.


Se poi questa città è speciale, e non perché ve lo scrive il sottoscritto per un innato e orgoglioso senso di radicata appartenenza ma per la sua continua presenza agli onori della cronache e non sempre per i suoi aspetti positivi, allora questa passeggiata può essere molto istruttiva, per imparare a conoscere meglio il posto dove si vive la sua gente e infine anche se stesso.


Il primo impatto con il centro della città lo si ha uscendo dal quartiere dove vivo, con le austere Case delle Ferrovie, enormi isolati abitativi bianco calce con gli infissi colori verde foresta scrostati dal tempo.
Creati durante il ventennio queste abitazioni popolari a suo tempo all’avanguardia erano caratterizzati dai suoi ampi spazi condominiali interni che ne facevano dei piccoli villaggi a se.
Abitazioni oramai in decadenza ma che per silenzio e austerità sia abitativa, che prospettica stridono clamorosamente con la vita chiassosa e alquanto caotica del resto del mio quartiere.


Certo negli ultimi anni alcuni edifici sono stati restaurati , e un attento osservatore può scoprirvi elementi architettonici inediti, come il disegno sulle facciate del vecchio simbolo delle ferrovie una ruota alata.


Come scrivevo sono strade stranamente silenziose e poco frequentate un eccezione in un quartiere chiassoso, vi si trovano sempre le stesse facce il giornalaio, con la sua edicola dietro la vecchia clinica abbandonata ora rifugio provvisorio di extracomunitari, che quotidianamente continua a tifare Milan e si accende in interminabili discussioni con i suoi clienti.


Dietro l’edicola la vecchia palma del giardino d’ingresso della clinica malata , di quel “Punteruolo Rosso”, che ha cambiato l’immagine verde della mia città, e dire che di verde nella mia città c’è ne veramente poco, per una città che una volta era rinomata per essere al centro di un immenso giardino.
Comunque la strada che porta verso il centro è alberata, ai lati i vecchi box dei Palazzi delle Ferrovie, sono diventati piccoli locali adibiti agli usi più disparati, c’è un “rottamaio” nel senso che li vi si raccolgono le cose più disparate , un idraulico, un elettricista, il ” Centro D’Amore di Gesù” in una delle viuzze collaterali dove la signora Carla e il suo gruppo di preghiera si prodiga per i bisognosi e gli indigenti.
Una strada tranquilla ma in cui si è accompagnati da una colonna sonora fatta dal ronzare delle motopompe idrauliche perennemente accese al mattino per portare l’acqua ai piani più alti, alla fine si arriva in un ampio stradone che porta al Convento Settecentesco di Sant’Antonino.

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Li l’edilizia è più moderna, edifici recenti convivono con quelli antichi , i negozi vendono gli articoli più disparati c’è anche un centro scommesse che ogni anno chissà perché, cambia insegne, e all’angolo dell’immenso budello che porta al centro un bar , con i suoi tavolini ora perennemente occupati da extracomunitari di origine magrebina, superato il budello l’entrata del popolare mercato di Ballarò ( A’ Baddarò ) con lo sfondo il perenne edificio diroccato di cui ora con un senso naïf molto discutibile ne è stata restaurata solo una meta.


Ballarò e un ” Suk ” cioè un mercato arabo vi si può trovare di tutto ma principalmente generi alimentari, frutta, verdura, carne e pesce.
Le sue bancarelle in fila una dopo l’altra ai lati della strada così ingombranti da lasciare nella strada spazio per non più di tre persone disposte di fianco, e li una gran varietà di tipi umani, venditori che “abbanniano” cioè gridano ad alta voce prezzo e qualità della merce esposta, un via vai continuo di massaie e pensionati con carrelli e grossi borsoni da riempire di spesa.


Con i suoi prezzi ultra-popolari , Ballarò non conosce crisi, anche se non è da tutti poter acquistare nel mercato, ci vuole una certa dose di esperienza , per riconoscere il cibo fresco e bisogna stare molto attenti alle bilance dei venditori.
Questo mercato popolare è così denso di ricordi della mia infanzia, guardandolo mi rivedo all’età di sei sette anni , quando andare al mercato insieme a mia nonna era uno dei momenti più piacevoli della settimana così stringendo ben strette le sue robuste mani, ci addentravamo in quel paese dei balocchi fatti di frutta, verdura, generi alimentari più vari, lattine di salsa disposti a piramide, scatole di scarpe, il padiglione dei pesci.


Quello era poi il posto incantato, pesci di tutti i tipi: uopi, sardi, scurmi, ricciole e poi polipi, todari, ammari, cicali, tutti li nelle loro bancarelle di marmo tra il ghiaccio e l’alga. Ora pur con la stessa atmosfera qualcosa è cambiato, chiuso il padiglione dei pesci, per motivi igienici tanti anni fa’, la fauna che frequenta il mercato è più variegata ai palermitani DOC si è aggiunta tutta quella gente proveniente dai quattro angoli del globo.


La “città” della globalizzazione è multietnica, ai Cinesi onnipresenti nei pressi della stazione ferroviaria, si aggiungono Tamil, Filippini, Maghrebini, Ghanesi, Rumeni.
La convivenza è pacifica i suoi abitanti pur Italiani sono eredi dello Stato Normanno fondato sul multiculturalismo, in ossequio al sogno del Conte Ruggero, per i suoi abitanti gli uomini si dividono in due categorie al di là di colore di pelle, razza o religione “i bravi christiani” cioè tutti i lavoratori gli uomini di indole pacifica , e di buon animo e i “malacarni” cioè non solo coloro che vivono di illecito ma chi è cattivo per indole o natura, ciò non toglie che qualche stupido od idiota esista anche tra noi.


In quanto alla “Mafia”, puntualizzo perché non vorrei essere considerato omertoso , quella colpisce tutti indistintamente. Questo anticorpo , perché secondo me in origine era uno strumento di autodifesa sociale dalle leggi imposte dall’invasore di turno, dicevo questo anticorpo è degenerato aggredendo come un virus letale e devastante il corpo la parte sana del suo popolo.
Si può descrivere il fenomeno come una melassa fatta di prevaricazioni e violenza ma anche di connivenza che intorpidisce le coscienze, condannando le sue vittime, il popolo di questa città ad un triste declino.


E chiaro che sto parlando di Palermo città un tempo definita “Felicissima” ma che forse era un titolo piuttosto inappropriato, non credo che la mia città sia mai stata Felicissima , come non credo che sia tanto più diversa da una qualsiasi altra città italiana o europea, come tutte ha i suoi lati positivi e quelli negativi.
Comunque forse mi sto dilungando troppo in discussioni sociali un po’ scontate, quindi meglio proseguire la passeggiata, non entriamo a Ballarò questa volta, anche se a voi lo consiglio di percorrerla fino alla Chiesa di Casa Professa .
una chiesa tutta da vedere, sconsigliata solo per chi soffre della sindrome di Stendhal, ma questa volta scendiamo dal Corso Tukory verso Piazza Sant’Antonino dove alla nostra destra si affaccia il prospetto settecentesco della chiesa omonima e il prolungamento della vecchia via di accesso a sud alla città: la via Oreto, che prende il nome dall’omonimo fiume, strada un tempo sede di magazzini di granaglie , quelli che si potrebbero definire precursori dei “Docks” con una moderna terminologia.
Vecchia via di accesso ma non la più antica che è indubbiamente quella ribattezzata dopo il 1860 Corso dei Mille .
La via Oreto ora è una trafficata strada di collegamento alla Circonvallazione esterna ( esterna in verità fino al 1970) della città, alla mia sinistra la Porta di Vicari o Porta Sant’Antonino , l’entrata della Città, da li si prolunga la una volta nobile Via Maqueda, “Macheda” per i Palermitani dotti, “Maqqueda” per il popolino) che prende il nome dal Viceré Spagnolo che passò alla storia per il suo piano urbanistico che cambio l’aspetto della città nel 600’. una piccola lapide posta sulla destra della porta dice che ci troviamo a 9,350 metri sul livello del mare.
Ma oggi non ci addentreremo per la multietnica Via Maqueda vero spaccato di quella variegata umanità che abita la piccola sfera che vaga negli spazi ma scendiamo verso il mare, costeggiamo il perimetro della piazza con le sue bancarelle di oggetti più strani, bandiere rosanero, libri, fumetti, occhiali, utensili di ferramenta e gli immancabili passeggeri in attesa del bus alla fermata, sotto la copertura di alberi sempreverdi che sembrano siano esistiti da sempre, immutabili spettatori della vita quotidiana di Palermo.

La realtà non questa, al fatiscente muro dove si appoggiano quelle bancarelle un tempo si affacciava un quartiere che non esiste più , li a ridosso della cinta muraria si apriva Piazza del Grano, così denominata perché vi giungevano le granaglie da tutto il resto dell’isola, poi cancellata con l’apertura della monumentale Via Roma dai progettisti del Ventennio Fascista ultimo tentativo di dare un organica e ordinata sistemazione all’aspetto urbanistico della città.

(2009)

Le leggi fisiche nella finzione : L’Asteroide diviso in due.

L’Asteroide diviso in due.

Mi piace scrivere racconti di Fantasy e di Science Fiction o fantascienza.

Mi capita spesso , quando mi appresto a scrivere un racconto di fantascienza, di chiedermi se la coerenza del racconto rispetti le leggi fisiche universalmente riconosciute.

Questo per me però non deve trasformarsi in una specie di limite invalicabile.

Un esempio e quello che i fisici chiamano “paradosso del nonno” nei viaggi temporali nel passato.

Beh, io nei miei racconti ho elaborato una specie di postulato razionale al paradosso.

Ho considerato partendo dall’assioma linea temporale sia unica, che qualunque azione si intraprenda nel passato non può cambiare il futuro perchè se la compio è gia accaduto .

E’ quello che i fisici chiamano principio di autosussistenza di Novikov.

Ragione per cui se uccido mio nonno (quello del paradosso) non accade un bel nulla , perché evidentemente quello non era il mio nonno biologico o per iperbole non sarei mai esistito e quindi non avrei potuto effettuare il viaggio indietro nel tempo

Discorso comunque che non vale se si da per certo l’esistenza di diverse linee temporali in un ipotetico multiverso dimensionale, cosa che piace molto agli scrittori di fantascienza ma che complica dannatamente le cose.

Diverso è l’approccio delle leggi fisiche basiche e di loro effetti in un mio racconto , un asteroide sferico si divideva in due parti uguali, ecco il momento clou del racconto qui sotto :

(…) La fantastica nave aliena si avvicinò lentamente all’asteroide per fermarsi a poche centinaia di miglia da esso.

  • Vorranno riparare i danni! – disse buttandola lì , Gutierrez.
  • Si… e magari ci tengono fermi per evitare che combiniamo altri guai. –
    Sembravano battute sarcastiche ma Carli ritenne che curiosamente erano la descrizione più veritiera possibile della situazione:
  • Vi sembrerà strano, ma è molto probabile che le vostre affermazioni corrispondano al vero.- poi un raggio di colore azzurro diverso da quello della sonda, colpì la superficie dell’asteroide,
  • Incredibilmente davanti a loro l’asteroide si divise in due come una torta di panna tagliata da un gigantesco invisibile coltello.
    Tutti strabuzzarono gli occhi, non volevano credere a ciò che vedevano sul monitor.
  • Porc… incredibile!! – esclamò per primo il pur compassato Coltrinari seguito da i simili commenti del resto dell’equipaggio.
    L’unico a cercare di mantenere la calma era Carli, che subito si rivolse ancora una volta a Danev.
  • Sig. Danev !
  • Un attimo comandante non vado mica alla velocità della luce!… devo controllare!
    Si vedeva che l’adrenalina aveva reso tutti nervosi, certamente il preciso, compassato ed educato ufficiale , passata la bufera si sarebbe pentito di essersi rivolto al suo Comandante con quel tono.
    -…Ecco!… si ho i dati l’asteroide si è diviso in due parti con un taglio che definirei chirurgico, la parte con la sfera continua a mantenere il suo comportamento anomalo… e si ora sono sicuro, l’altra metà invece si comporta come un normale asteroide
  • E la nave aliena?
  • E sempre li ferma… no aspetti un momento, ci risiamo!… si ecco la inquadro sul monitor. (…)

Qualcuno, anni fa, questo era uno dei miei primi racconti mi fece osservare che era molto improbabile che un asteroide si dividesse in due parti uguali e rileggendolo oggi lo trovo piuttosto infantile.

Forse è anche per questo che ho iniziato a scrivere racconti Fantasy lì le leggi fisiche me le creo io.

https://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_del_nonno

L’immagine di questo racconto è stata creata con le AI di Nightcafe. studio

https://creator.nightcafe.studio/creation/lcIO4zS3rV75eOvx5Eqc

Il Senso del Natale!

Il senso della Natività lo dobbiamo trovare nei nostri cuori nei respiri di chi ci è vicino negli sguardi di chi vediamo per la prima volta. Alle volte ci perdiamo nelle luci sfavillanti e nei doni, dimenticando che il dono più grande è quel messaggio di speranza che quel bimbo in una culla ha donato a tutti noi. Un sereno Buon Natale a tutti voi.

The Sense of Christmas!

We must find the meaning of the Nativity in our hearts in the breaths of those close to us in the looks of those we see for the first time. Sometimes we get lost in the bright lights and gifts, forgetting that the greatest gift is that message of hope that that baby in a crib gave to all of us. A peaceful Merry Christmas to all of you.

¡El sentido de la Navidad!

Debemos encontrar el significado de la Natividad en nuestro corazón en el aliento de quienes están cerca de nosotros en las miradas de quienes vemos por primera vez. A veces nos perdemos entre las luces brillantes y los regalos, olvidando que el regalo más grande es ese mensaje de esperanza que ese bebé en la cuna nos dio a todos. Una feliz Navidad pacífica para todos ustedes.

Ritratto di Donna Velata

Ho rivisto in queste sere su Raiplay un vecchio sceneggiato tv del 75 : “Ritratto di donna velata” con la regia di Flaminio Bollini e la sceneggiatura di Gianfranco Calligarich e Paolo Levi.


Fu un grande successo della RAI in bianco e nero dei vecchi tempi,avevo tredici anni quando lo vidi per la prima volta in tv.


Rimasi colpito, specialmente da Elisa, oggi come allora.
Lo rivisto due volte la prima volta alcuni anni fa lo trovai su Youtube e in questi giorni.


Alla terza visione mi sono incuriosito, in questi anni ho letto qualcosa sugli antichi Etruschi,ho due libri nella mia libreria personale.
Bene, per la prima volta mi sono accorto del filo che lega lo sceneggiato alla mitologia etrusca.


Certo gli Etruschi e i loro misteri, le necropoli, Volterra sono il leit-motiv dello sceneggiato ma ci sono alcuni punti lasciati sospesi nella nebbia dagli sceneggiatori, tra l’altro il “Nebbia” è uno dei personaggi, e capirete in seguito che non è un personaggio minore.


Dunque L’Ombra della Sera la famosa statuetta Etrusca secondo alcuni studiosi rappresenta Tagete o Tages, la divinità , un semi dio dall’aspetto di un ragazzo che insegnò agli etruschi l’arte divinatorio.


Qui secondo la mia opinione è viene rappresentato dagli sceneggiatori con due personaggi il ragazzo Medium e il Nebbia, peculiarità di Tagete e infatti quella di parlare con la voce di un anziano.


E’ lui che guida con i suoi moniti e avvertimenti tutta la trama.


Il secondo personaggio della mitologia Etrusca introdotto dagli sceneggiatori è a mia opinione Elisa, che credo che sia il demone femminile etrusco Vanth.


Vanth, demone dall’aspetto benevolo e gentile che accompagna i morti verso l’oltretomba o li incita a uccidere, secondo altri.


Vanth tiene in mano le chiavi del destino ed è per questo viene identificata dagli studiosi come una delle Moire Greche.


Unica contraddizione nello sceneggiato con il personaggio è quella di aver ammesso di aver ucciso Alberto Certaldo, e Vanth si limita solo ad osservare e incitare alla violenza mai ad uccidere con le proprie mani.


Ma qui ci sono alcuni punti nebbiosi, non si vede nello sceneggiato Elisa uccidere Alberto ne Mercanti, il pittore o falso fantasma della storia, o il Nebbia raccontano che Giacomo Certaldo, Favron nel ‘700 fosse stato ucciso da Elisa, anzi affermano il contrario.


Quindi è probabile che sia stato il cattivo della storia, Luigi De Angelis ad uccidere Alberto e lo straniero della storia ad uccidere Giacomo 200 anni prima.
L’ammissione di Elisa e quella di una donna confusa e molto suggestionabile , visto che Luigi la manovra a suo piacimento e quindi può averla indotta a pensare di aver ucciso Alberto.


Le origini di Elisa restano misteriose per tutta la storia, neanche Luigi sa chi sia è venuta quasi dal nulla come l’Elisa del passato e qui secondo me che gli sceneggiatori si siano ispirati a Vanth, il demone che amava le tombe aperte, il guardiano delle necropoli.

Favron probabilmente la trova nella necropoli e se ne innamora, Elisa entra in scena quando Alberto scopre la via per la necropoli.


Naturalmente le mie sono solo supposizioni o considerazioni, la verità sulla trama la conoscono solo gli sceneggiatori.

https://www.raiplay.it/programmi/ritrattodidonnavelata?autoplay=true&wt_mc=2.google.catalog.ritrattodidonnavelata.

I Libri sul mio scaffale : Il Segreto della Torre di Londra di C. J. Samson

C.J.Samson – Il segreto della Torre di Londra (Sovereign) 2006

Edizioni Sperling & Kupfer 2007

Il libro sul mio scaffale di oggi è di C.J. Samson, uno scrittore Scozzese  di grande talento.

Il romanzo è un giallo, una detective story in cui si raccontano le avventure dell’avvocato  Matthew Shardlake, ex agente politico dello spietato Thomas Cromwell  affetto da una deformazione fisica e del suo aiutante Jack Barak, durante la loro missione che avviene nel lungo viaggio del 1541 da parte del Re Enrico VIII in visita nel nord del Paese, precisamente nella  città di York.

Fa da cornice alla storia la guerra tra Riformisti e Papisti e la triste vicenda della consorte del Re, Catherine Howard.

La Monarchia Britannica non ci  fa proprio una bella figura nel libro.

Samson pur essendo un fervente unionista nonostante sia Scozzese, fa rivelazioni scottanti sull’illeggitimità della discendenza regale di Enrico VIII°.

A parte i riferimenti storici e politici e convinzioni personali  di Samson , bisogna ammettere che è veramente un autore di talento.

La trama è molto scorrevole non annoia e ben scritta, non ci sono pause e i colpi di scena aiutano il lettore a perseverare nella lettura.

A me che sono Palermitano, mi ha colpito l’ambientazione , i preparativi per la visita del monarca, simili a quelli della mia città ad ogni visita di regnante o presidente.

Prima della lettura credevo che il nostro modo di occultare i difetti e creare palcoscenici grandiosi di carta pesta, mitici in riguardo quelli per la visita dell’Imperatore Carlo V° a Palermo,  fosse solo un vezzo da gente del  Sud, ma forse il Nord dell’Inghilterra è il suo Sud.

C’è sempre un Sud in ogni Stato, in ogni Nazione, credo che il problema sia solo l’ignoranza.

Non fraintendetemi non delle popolazioni locali ma di chi sta meglio e non sapendo spiegare il motivo, crede che gli sia qualcosa di dovuto, un qualcosa che lo rende superiore agli altri.

Il risultato leggendo il libro, è quello di essere immessi in un epoca, lontana e magari sconosciuta per la maggior parte dei lettori italiani, ma con inquietanti riferimenti sociali e culturali all’epoca che stiamo vivendo.

Certi argomenti quali il disprezzo verso il diverso, il fanatismo ideologico e religioso e l’ipocrisia della ragion di stato sono comuni al nostro mondo in ogni luogo esistente quaggiù sulla piccola palla azzurra di fango persa tra le stelle.

Una lettura che mi sento di consigliare a tutti.

Link Utili :

https://it.wikipedia.org/wiki/Il_segreto_della_Torre_di_Londra

https://it.wikipedia.org/wiki/C._J._Sansom

L’immagine AI del post :

https://creator.nightcafe.studio/creation/Bt3PsFVRmiXSrmqOlL0e

Misteri letterari : Il Gigante di Erice

Il Gigante di Erice.


Ho sempre pensato che definire la Sicilia, la mitica Terra dei Giganti fosse un vezzo dei nostri storici locali, qualcosa di insito nel gusto Barocco che accomunò intellettuali ed aristocratici del nostro popolo nel 600 e nel 700.
Ma la lettura di una pagina da un libro mi ha fatto cambiare idea , si tratta di :

Storia di Sicilia dall’Epoca Oscura e Favolosa sino al 1774 di Giovanni Evangelista Di Blasi Volume 1° – Edito dalla Stamperia Oretea di Palermo ( La Stamperia si trovava in Via Albergheria o A’ Briaria in dialetto palermitano n°140 )”.

Nella pagina si trova la descrizione del ritrovamento di uno scheletro di Gigante nei presi di Erice nell’anno 1342, pone molti seri dubiti alla logica razionale.


Certo si tratta di una rivelazione di seconda, anzi di terza mano che il Di Blasi riporta da uno scritto di Tommaso Fazello.

Ma la descrizione, che potete trovare a pagina 13 del sopracitato libro, è molto accurata e minuziosa.

E se questa non è stata troppo ingigantita e manomessa di proposito può far nascere dubbi sulla nostra logica razionale contemporanea.
In breve ecco il testo:
” .., Il primo Gigante di cui fa menzione (il Fazello), è quello del Monte Erice, oggi detto monte di Trapani.
L’anno 1342 dice egli, alcuni contadini cavando il terreno per fare i fondamenti di una lor casa, si abbatterono (scoprirono) un antro grandissimo, dove essendo entrati trovarono a sedere un uomo di smisurata grandezza.
Sbigottiti corsero alla terra, (tornarono in superficie) , e raccontando agli Ericini, lo spaventevole mostro che veduto avevano; questi preser le armi, e portando seco le torce accese, entrati nell’antro, trovarono l’indicato cadavere umano, che stava a sedere appoggiato colla sinistra ad un bastone, a guisa di un albero di nave.
Sembrava alla vista intero, ma appena toccato, il bastone e il corpo si risolverono in polvere, salvo una grossa verga di piombo che era dentro il bastone, tre denti, mascellario (mandibola) d’incredibile grossezza, e la parte interiore del cranio ove potevano entrare parecchie moggia di grano (misura di peso), che rimasero saldi ed interi…


Dunque come vedete , ci sono parecchi particolari che lasciano sbigottiti, e pongono molti quesiti, quindi a meno che il Fazello e il Di Blasi non abbiano edulcorato il racconto c’è da chiedersi quale sia la vera natura del bastone, un arma?

Forse una lancia utilizzata dai cacciatori preistorici per uccidere il mastodonte, o un elefante o qualsiasi altro grosso mammifero?

Di Certo la verga di piombo contenuta nel bastone è cronologicamente fuori posto e sconquassa questa tesi razionale!

Fantasia, mito, leggenda?

Visioni oniriche : La Spiaggia.

La Spiaggia.

Pochi metri più in là, c’erano due persone , un uomo seduto vicino a dei cespugli di rovi lanciava con abilità sassi di piatto nelle acque placide , e li faceva rimbalzare seguendone con lo sguardo le evoluzioni.

In inglese :

A few meters away, there were two people, a man sitting near some bramble bushes was skillfully throwing flat stones into the placid waters, and making them bounce, following their evolution with his gaze.

In spagnolo

A unos metros, había dos personas, un hombre sentado cerca de unas zarzas lanzaba hábilmente piedras planas a las plácidas aguas, y las hacía rebotar, siguiendo con la mirada su evolución.

La Baia dei Corsari Copyright 2023

I Libri sul mio scaffale : Il Segreto degli Slan di A. E. Van Vogt

IL SEGRETO DEGLI SLAN

di A.E. VAN VOGT

Titolo originale : Slan (1941)

Letto nella versione : il FANTASTICO ECONOMICO CLASSICO n°28 della NEWTON COMPTON EDITORI edito nel 1994.

Tradotto da : Gianni Pilo

Jommy Cross il protagonista principale di questo romanzo è uno “Slan” ovvero un umano geneticamente modificato in laboratorio.

Un mutante ( ma questo termine coniato dal botanico olandese Hugo De Vries nel 1901 “mutants” verrà adoperato con successo solo 1963 con i famosi X-MEN dei Comics, creati da Stan Lee e Jack Kirby, che hanno abbondantemente attinto al personaggio del romanzo in questione ) possessore di un segreto vitale.

Curiosamente lo Slan è dotato di appendici sul capo, le tanto famose antennine che hanno ispirato gli Andoriani (Serie Televisiva Star Trek, anche questa postuma al romanzo (1967).

Ma i Mutanti hanno anche origini più nobili nella fantascienza, H.G. Wells uno dei padri della moderna fantascienza nel suo celebre romanzo La macchina del tempo del 1895, parla di un futuro remoto in cui due specie umane gli Eloi e i Morlocks sono delle mutazioni della specie umana.

Tra l”altro notate che i “Morlocks” , termine che nella letteratura fantasy anglofona e diventato di uso comune per descrivere gli abitanti delle terre sotterranee, dei cunicoli e labirinti di caverne .

I Morlocks sono anche una pietra miliare della saga dei mutanti Marvel, quale appassionato dei comics Marvel può mai dimenticarè l’epica lotta , il duello in cui Tempesta ( Storm) vincendo diviene il loro capo.

Ma torniamo al romanzo.


“Slan” è sicuramente una delle pietre miliari della fantascienza, scritto da A.E. Van Vogt , scrittore Canadese, padre della fantascienza d’avventura.
Nel romanzo si mischiano molti temi classici alle tematiche di Van Vogt, il super-uomo, i poteri telepatici, i poteri ipnotici, e una certa visione pessimista del futuro dell’umanità in cui solo esseri particolarmente dotati ci possono salvare.
Una visione un po’ reazionaria, ma certamente suggestiva.

Kier Gray il dittatore, protagonista negativo, è un tipo ambiguo , duro ma interiormente illuminato.

Le fazioni e i giochi politico-spionistici la fanno da padrone nel romanzo e si contrappongono sapientemente all’umanità di Jommy e ai suoi sentimenti interiori.
Slan é un romanzo che nella prima parte si riallaccia ad alcuni classici della letteratura inglese, come “Oliver Twist” e ”David Copperfield” di C. Dickens.

La vita di Jommy Cross è segnata da un trauma infantile precoce, la perdita della madre e un senso straziante di solitudine la perdita nella parte iniziale del romanzo.

In seguito in modo Dickensiano avviene lo sfruttamento da parte di una mefistofelica “nonnina”.
Il romanzo è fluido molto avvincente all’inizio ma in seguito diviene un po’ confuso .

La linearità delle trame non è certo uno dei pregi di Van Vogt.

La trama in breve:


Sfuggito alla cattura da parte delle autorità in un drammatico inseguimento in cui perde la madre, Jommy Cross depositario di un importante segreto scientifico, si trova a lottare per la sua sopravvivenza.

Catturato e perseguitato dal suo governo come tutti quelli della sua razza.

Venuto a conoscenza dell’esistenza di un altro Slan, nel tentativo di bloccare le macchinazioni di una terza fazione quella dei Serpenti e di scoprire che esistono Slan senza antenne, si trova coinvolto nei loschi intrighi di potere del dittatore Kier Gray, che alla fine si rivelerà essere anche egli uno Slan.
La vicenda sentimentale con la “Slan” Kathleen Layton , che alla fine si rivelerà essere la figlia di Kier Gray è puramente marginale e di riempimento.

Il lato rosa-sentimentale è qualcosa che non manca mai nei romanzi di Van Vogt, anche questa è una sua peculiarità.

Caratteristica di Van Vogt è la sua passione per l’intrigo, ama i complotti ad ogni livello che possono coinvolgere uomini comuni ma anche eccezionali.

Questo almeno ho potuto verificare nei suoi romanzi che ho letto e di cui fornisco una breve lista, se vi capitano sottomano leggeteli non sono per nulla noiosi.

Crociera nell’infinito. (The Voyage of the Space Beagle), 1939
I ribelli dei 50 Soli. (The Mixed Men.) ,1945
L’occhio dell’infinito (The Cronicler.),1941
L’impero dell’atomo. (Empire of the Atom.),1956
Ricerca del futuro (Quest for the future.), 1970

L’Uomo dai mille nomi (The man with a thousand names.),1974

Aggiungo per chi volesse approfondire i link di Wikipedia su Slan e Van Vogt :

https://it.wikipedia.org/wiki/Slan

https://it.wikipedia.org/wiki/A._E._van_Vogt

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